Posts written by mara2054

  1. .
    Non si cancella l'account, rimane esistente, devi dissociarlo dal tuo smartphone.
  2. .
    Per noi tecnici, conoscere le sigle delle schede madri Apple, è di vitale importanza, al fine di consultare schemi e drawboard.

    820-00034 Apple A1418 iMac 21.5'' 2015
    820-00045 Apple A1534 MacBook 12'' Retina 2014
    820-00138 Apple A1398 MacBook Pro Retina 15'' 2014
    820-00163 Apple A1398 MacBook Pro 15'' 2015
    820-00164 Apple A1465 MacBook Air 11'' 2015
    820-00165 Apple A1466 MacBook Air 13'' 2015
    820-00239 Apple A1706 MacBook Pro 13'' 2016
    820-00244 Apple A1534 MacBook 12'' 2016
    820-00281 Apple A1707 MacBook Pro 15'' 2016
    820-00426 Apple A1398 MacBook Pro 15'' Retina 2015
    820-00430 Apple A1418 iMac 21.5'' 2015
    820-00840 Apple A1708 MacBook Pro Retina 13.3'' 2017
    820-00850 Apple A1989 MacBook Pro 13'' Touch Bar 2018
    820-00875 Apple A1708 MacBook Pro 13'' 2017
    820-01041 Apple A1990 MacBook Pro 15'' Touch Bar 2018
    820-01521 Apple A1932 MacBook Air 13'' Retina 2018
    820-1881-A Apple A1150 MacBook Pro 15'' 2006
    820-2054 Apple A1211 MacBook Pro 15'' 2006
    820-2101 Apple A1226 MacBook Pro 15'' 2007
    820-2102 Apple A1260 MacBook Pro 15'' 2008
    820-2132 Apple A1229 MacBook Pro 17'' 2007
    820-2179 Apple A1237 MacBook Air 13'' 2008
    820-2223 Apple A1224 iMac 20'' 2008
    820-2249 Apple A1260 MacBook Pro 15'' 2008
    820-2262 Apple A1261 MacBook Pro 17'' 2008
    820-2273 Apple A1260 MacBook Pro 15'' 2008
    820-2274 Apple A1261 Macbook Pro 17'' 2008 Power DC and IO Board
    820-2279 Apple A1181 MacBook 13.3'' 2007
    820-2299 Apple A1224 iMac 20''A1225 iMac 24'' 2007 Audio Power Board
    820-2327 Apple A1278 Macbook Unibody 13'' 2008
    820-2330 Apple A1286 Macbook Pro 15'' 2008
    820-2347 Apple A1224 iMac 20'' 2009
    820-2364 Apple A1224 iMac 20''A1225 iMac 24'' 2009 Audio Power Board
    820-2375 Apple A1304 MacBook Air 13'' 2009
    820-2390 Apple A1297 MacBook Pro 17'' 2009
    820-2491 Apple A1225 iMac 24'' 2009
    820-2494 Apple A1311 iMac 21.5'' 2009
    820-2496 Apple A1181 MacBook 13'' 2008
    820-2507 Apple A1312 iMac 27'' 2009
    820-2510 Apple A1297 MacBook Pro 17'' 2011
    820-2523 Apple A1286 MacBook Pro 15'' 2009
    820-2530 Apple A1278 Macbook Pro 13'' 2009
    820-2532 Apple A1286 MacBook Pro 15'' 2008
    820-2533 Apple A1286 Macbook Pro 15'' 2009
    820-2567 Apple A1342 MacBook Pro 13'' 2009
    820-2610 Apple A1297 MacBook Pro 17'' 2009
    820-2641 Apple A1311 iMac 21.5'' 2011
    820-2733 Apple A1312 iMac 27'' 2009
    820-2784 Apple A1311 iMac 21.5'' 2010
    820-2796 Apple A1370 MacBook Air 11'' 2010
    820-2807 Apple A1342 MacBook 13.3'' 2010
    820-2828 Apple A1312 iMac 27'' 2011
    820-2838 Apple A1369 MacBook Air 13'' 2010
    820-2849 Apple A1297 MacBook Pro 17'' 2010
    820-2850 Apple A1286 MacBook Pro 15'' 2010
    820-2869 Apple A1369 MacBook Air 13'' 2011 Audio Power Board
    820-2877 Apple A1342 MacBook Unibody 13'' 2010
    820-2879 Apple A1278 MacBook Pro 13'' 2010
    820-2901 Apple A1312 iMac 27'' 2011
    820-2914 Apple A1297 MacBook Pro 17'' 2011
    820-2915 Apple A1286 MacBook Pro 15" 2011
    820-2936 Apple A1278 MacBook Pro 13'' 2011
    820-3023 Apple A1369 MacBook Air 13'' 2011
    820-3024 Apple A1370 MacBook Air 11.6'' 2011
    820-3071 Apple IO and HDMI Board for A1278 A1398
    820-3115 Apple A1278 MacBook Pro 13'' 2012
    820-3126 Apple A1311 iMAC All In One Pc 21.5'' 2011
    820-3190 Apple A1425 MacBook Pro 13'' Retina 2013
    820-3208 Apple A1456 MacBook Air 11'' 2012
    820-3209 Apple A1466 MacBook Air 13'' 2012
    820-3213 Apple A1465 Macbook Air 11'' 2012 Audio Power Board
    820-3298 Apple A1419 iMac 27'' 2012
    820-3299 Apple A1419 iMac 27'' Retina 2012
    820-3302 Apple A1418 iMac 21.5'' 2012
    820-3330 Apple A1286 Macbook Pro 15'' 2012
    820-3332 Apple A1398 MacBook Pro Retina 15'' 2012
    820-3435 Apple A1465 MacBook Air 11'' 2013
    820-3435 Apple A1465 MacBook Air 11'' 2014
    820-3437 Apple A1466 MacBook Air 13'' 2014
    820-3462 Apple A1425 Macbook Pro Retina 13'' 2012
    820-3476 Apple MacBook Pro 13'' A1502
    820-3478 Apple A1419 iMac 27'' Retina 2013
    820-3482 Apple A1418 iMac 21.5'' 2013
    820-3536 Apple A1502 Macbook Pro Retina 13'' 2013
    820-3539 Apple A1502 MacBook Pro 13 Retina 2013 2014 HDMI USB IO Board
    820-3547 Apple A1398 Macbook Pro Retina 15'' 2013 HDMI USB IO Board
    820-3588 Apple A1418 iMac 21.5'' 2013
    820-3642 Apple A1425 MacBook Pro Retina 13.3'' 2013 Logic Board
    820-3662 Apple A1398 MacBook Pro 15'' 2014
    820-3787 Apple A1398 MacBook Pro Retina 15'' 2104
    820-4652 Apple A1419 iMac 27'' 2014 2015
    820-4668 Apple A1418 iMAC 21.5'' 2014
    820-4924 Apple A1502 MacBook Pro Retina 13'' 2015
  3. .
    Quale versione di macOS supporta il mio mac




    Requisiti hardware macOS

    Trovare il modello e il numero di serie del Mac
    Se stati cercando il modello e il numero di serie del tuo Mac e altri dettagli scopri come aprire il menù di Informazioni su questo Mac e in Informazioni di Sistema.
    Uso di Informazioni su questo Mac
    Dal menu Apple nell’angolo dello schermo, scegli Informazioni su questo Mac. Dovrebbe comparire una panoramica sul Mac, che include il nome del modello e il numero di serie.
    Quale versione di macOS supporta il mac
    Che cosa ti serve per fare l’upgrade
    Prima di sapere Quale versione di macOS supporta il mac ricorda di fare un backup del tuo Mac, è sempre importante salvare i dati del tuo apple. Ti consiglio di leggere la guida e impostare un backup con Time Machine.
    Come fare un backup con Time Machine
    come effettuare un backup su mac
    Vediamo adesso Quale versione di macOS supporta il mac

    MacOS Big Sur (10.16) su quale apple puoi installarlo


    Requisiti di sistema per installare macOS 10.16 Big Sur

    macOS Big Sur 10.16 supporta ufficialmente i seguenti modelli di computer Mac:

    MacBook (inizio 2015 e successivi)
    MacBook Air (metà 2013 e versioni successive)
    MacBook Pro (metà 2013 e successivi)
    Mac mini (2014 e successivi)
    iMac (2014 e successivi)
    iMac Pro tutti i modelli (2017 e successivi)
    Mac Pro (2013 e successivi)
    Se vuoi creare una pendrive per eseguire l’installazione leggi questo articolo:


    MacOS Catalina (10.15) su quale apple puoi installarlo


    Requisiti di sistema per installare macOS 10.15 Catalina

    macOS Catalina 10.15 supporta ufficialmente i seguenti modelli di computer Mac:

    MacBook (inizio 2015 o più recente)
    MacBook Air (metà 2012 o più recente)
    MacBook Pro (metà 2012 o più recente)
    Mac mini (fine 2012 o più recente)
    iMac (fine 2012 o più recente)
    iMac Pro (2017)
    Mac Pro (fine 2013 o più recente)
    Se vuoi creare una pendrive per eseguire l’installazione leggi questo articolo:

    Come creare una pendrive per installare MacOS Catalina

    MacOS Mojave (10.14) su quale apple puoi installarlo


    È possibile eseguire l’upgrade a macOS Mojave da OS X Mountain Lion o una versione successiva nei seguenti modelli Mac (MacBook e iMac) :

    MacBook (inizio 2015 o più recente)
    MacBook Air (metà 2012 o più recente)
    MacBook Pro (metà 2012 o più recente)
    Mac mini (metà 2012 o più recente)
    iMac (fine 2012 o più recente)
    iMac Pro (2017)
    Mac Pro (fine 2013, più metà 2010 e metà 2012 con GPU compatibile Metal)
    MacOS High Sierra (10.13) su quale apple puoi installarlo


    Apple annuncia la compatibilità di questo sistema operativo con i MacBook e gli iMac ninimo del 2009. Tutti i MacBook Air, MacBook Pro, Mac mini e Mac Pro sono accettati, a condizione che siano almeno del 2010.

    In sintesi, se oggi il vostro Mac gestisce Sierra, può supportare High Sierra poiché Apple non ha limitato l’elenco dei Mac OS compatibili.

    D’altro canto, alcune funzioni dovrebbero essere più selettive. Questo è già il caso in Sierra con Handoff, sbloccando Apple Watch o gli Appunti Universal che funzionano solo su Mac recenti.

    MacOS Sierra (10.12) su quale apple puoi installarlo


    MacBook (fine 2009 o più recente)
    MacBook Pro (metà 2010 o più recente)
    MacBook Air (fine 2010 o più recente)
    Mac mini (metà 2010 o più recente)
    iMac (fine 2009 o più recente)
    Mac Pro (metà 2010 o più recente)
    OS X El Capitan (10.11) su quale apple puoi installarlo
    logo macos elcapitan
    elcapitan wallpaper
    MacBook (inizio 2015)
    MacBook (fine 2008 in alluminio, inizio 2009 o più recente)
    MacBook Pro (metà/fine 2007 o più recente)
    MacBook Air (fine 2008 o più recente)
    Mac mini (inizio 2009 o più recente)
    iMac (metà 2007 o più recente)
    Mac Pro (inizio 2008 o più recente)
    Xserve (inizio 2009)
    Tuttavia, alcune funzionalità non sono compatibili con i seguenti Mac:

    MacBook (inizio 2015)
    MacBook Pro (2012 o più recente)
    MacBook Air (2012 o più recente)
    Mac mini (2012 o più recente)
    iMac (2012 o più recente)
    Mac Pro (fine 2013)
    OS X Yosemite (10.10) su quale apple puoi installarlo
    Osx-yosemite-logo
    Yosemite wallpaper
    Questa versione di OS X può essere installata sui Mac che utilizzano OS X 10.9

    iMac (Metà 2007 o successivo)
    MacBook (13 pollici Alluminio, fine 2008), (13 pollici, inizio 2009 o più recente)
    MacBook Pro (13 pollici, metà 2009 o successivo), (15 pollici, metà/fine 2007 o più recente), (17 pollici, fine 2007 o successivo)
    MacBook Air (fine 2008 o più recente)
    Mac Mini (Inizio 2009 o più recente)
    Mac Pro (Inizio 2008 o più recente)
    Xserve (Inizio 2009)
    OS X Mavericks (10.9) su quale apple puoi installarlo
    iMac (metà 2007 o più recente)
    MacBook (13″ Alluminio, fine 2008), (13″, inizio 2009 o più recente)
    MacBook Pro (13″, metà 2009 o più recenti), (15″, metà/fine 2007 o più recente), (17″, fine 2007 o più recente)
    MacBook Air (fine 2008 o più recente)
    Mac Mini (inizio 2009 o più recente)
    Mac Pro (inizio 2008 o più recente)
    Xserve (inizio 2009)
    OS X Mountain Lion (10.8) su quale apple puoi installarlo
    iMac (metà 2007 o più recente)
    MacBook (fine 2008 in alluminio, inizio 2009 o più recente)
    MacBook Pro (metà/fine 2007 o più recente)
    Xserve (inizio 2009)
    MacBook Air (fine 2008 o più recente)
    Mac mini (inizio 2009 o più recente)
    Mac Pro (inizio 2008 o più recente)
    Saranno necessari 2 GB di RAM (ovviamente si consiglia un minimo di 4 GB se possibile) e 8 GB di spazio libero su disco.
    OS X Lion (10.7) su quale apple puoi installarlo
    Per utilizzare Lion, verificare che nel computer siano presenti le seguenti caratteristiche:

    Un processore Intel Core 2 Duo, Core i3, Core i5, Core i7 o Xeon;

    Mac OS X 10.6.6 o versione successiva, installabile tramite il Mac App Store (raccomandato 10.6.8);

    7 GB di spazio libero su disco;

    2 GB di RAM.
    OS X Snow Leopard (10.6) su quale apple puoi installarlo
    Computer Mac dotato di processore Intel

    1 GB di memoria

    5 GB di spazio libero su disco

    Edited by mara2054 - 8/2/2022, 17:43
  4. .
    IN COSTRUZIONE

    Funzionamento e costruzione

    Insieme ai resistori, i condensatori sono i componenti passivi più largamente impiegati nelle costruzioni elettroniche.
    Un condensatore è costituito da due armature conduttive parallele e ravvicinate, isolate da un materiale isolante detto dielettrico.
    Grazie alla sua conformazione, il condensatore è in grado di accumulare energia in un campo elettrostatico.

    La quantità di energia accumulabile da un condensatore è proporzionale alla sua capacità (espressa in farad, F).
    Quest’ultima, è proporzionale alla superficie delle armature, è inversamente proporzionale alla loro distanza, e dipende anche dalla natura del dielettrico interposto tra le armature.
    Inoltre, lo spessore ed il tipo di dielettrico fissano un limite per la massima differenza di potenziale presente tra le armature, ovvero la massima tensione applicabile al condensatore.
    Superando il limite della rigidità dielettrica, si ha infatti la rottura del dielettrico e il rilascio di corrente elettrica tra le armature, con conseguente danneggiamento del dispositivo.
    Per questo motivo, sui condensatori commerciali è riportato il massimo valore di tensione (oppure la tensione di lavoro) applicabile al condensatore affinché non si verifichi la
    rottura del dielettrico.
    Per ridurre le dimensioni dei condensatori commerciali, specie se di elevata capacità, è necessario ricorrere a particolari geometrie costruttive che consentono di racchiudere
    armature di grandi superfici in spazi molto contenuti.

    Tuttavia, nella realizzazione pratica, i condensatori reali differiscono dai condensatori ideali per alcuni aspetti, generalmente indesiderati.
    Due parametri caratteristici dei condensatori reali sono la resistenza equivalente in serie (ESR) e l’induttanza equivalente in serie (ESL). Il primo,
    è assibilabile ad una resistenza connessa in serie ad un condensatore ideale, mentre il secondo ad un’induttanza collegata allo stesso modo.

    Questi due parametri hanno l’effetto di aumentare indebitamente l’impedenza del condensatore all’aumentare della frequenza, e dipendono
    dalla costruzione del condensatore.
    Inoltre, la non idealità dei materiali dielettrici posizionati tra le armature, così come le caratteristiche dei materiali plastici impiegati per la realizzazione
    del contenitore esterno, contribuiscono a rendere imperfetto l’isolamento tra le armature, che può essere immaginato come una resistenza di elevato
    valore in parallelo al condensatore ideale.


    Questa resistenza ha l’effetto di produrre una certa corrente di perdita, che rappresenta un problema specialmente quando la differenza di potenziale
    tra le armature è notevole in quanto tende ad aumentare la dissipazione di calore del dispositivo (questo fenomeno è indicato dai produttori mediante il fattore di dissipazione).
    In definitiva, un condensatore reale può essere quindi rappresentato da un circuito equivalente come quello in figura.

    Dipendentemente dal tipo di dielettrico e dalla geometria di costruzione impiegati, è possibile ottenere valori di capacità compresi indicativamente
    tra alcuni picofarad e centinaia di millifarad. I valori più facilmente reperibili sono quelli normalizzati secondo la serie E12, indicati in tabella.
    Tuttavia, sono reperibili (seppur con maggiore difficoltà) anche i valori normalizzati secondo la serie E24


    A causa dei processi costruttivi e delle limitazioni imposte dai materiali usati, ogni condensatore è affetto da una certa tolleranza, che esprime il massimo
    scostamento percentuale della capacità effettiva rispetto a quella nominale. Valori comuni di tolleranza vanno dal ±5% al ±20% per i tipi più diffusi, mentre
    sono disponibili condensatori a tolleranza del ±2% o inferiore per applicazioni di precisione. La tolleranza viene indicata dal costruttore numericamente o
    attraverso un codice alfabetico stampato sul condensatore (i valori più bassi sono espressi come variazione relativa in capacità piuttosto che in percentuale).
    La tipologia del dielettrico impiegato, così come la costruzione del condensatore, sono alla base delle caratteristiche di ciascun dispositivo; sta quindi al progettista s
    cegliere il condensatore più adatto per la data applicazione, considerando che non esiste il “condensatore ideale”.

    Tipologie di dielettrici e loro caratteristiche

    La tabella seguente mostra una comparazione delle principali caratteristiche dei più comuni dielettrici commercialmente impiegati nella costruzione dei condensatori.
    I valori indicati sono da considerarsi indicativi, in quanto soggetti anche a variazioni dipendenti dalle case costruttrici.
    In particolare, la resistenza d’isolamento (colonna VII) è approssimata all’ordine di grandezza, e varia in funzione dalla capacità del condensatore.
    La valutazione della risposta in frequenza (colonna IX) è espressa in una scala relativa da 1 a 10, e dipende essenzialmente dall’influenza dei parametri ESR ed ESL,
    cosi come la frequenza per una variazione del ±10% della capacità effettiva (colonna X) che indica la massima frequenza ove si ha una variazione apparente
    del ±10% della capacità nominale del condensatore.
    Valori più accurati dei parametri sopra indicati, insieme alle misure effettive di ESR ed ESL, possono essere ricavati nei fogli tecnici (datasheet) che i principali
    costruttori rilasciano per ogni modello di condensatore.
    Condensatori ceramici

    Molto diffusi, specialmente per le applicazioni ad alta frequenza, sono i dielettrici a base ceramica come i condensatori ceramici a disco,
    i condensatori ceramici multistrato ed i condensatori ceramici NP0. I primi, prodotti con capacità fino all’ordine del microfarad,
    hanno generalmente tolleranza elevata (fino al ±20%) e scarsa stabilità termica, aspetti che ne precludono l’utilizzo in circuiti che richiedano stabilità o precisione.

    Al contrario, i dispositivi denominati NP0 sono prodotti per valori di capacità più modesti, ma hanno coefficiente termico nullo e tolleranze inferiori,
    unitamente ad un basso fattore di dissipazione. Sono quindi scelti per assicurare miglior stabilità e precisione.
    Grazie alle loro contenute ESR ed ESL, rispettivamente intorno ai 10 mΩ e ai 500 pH, i condensatori ceramici risultano largamente impiegati in
    circuiti ad alta frequenza e costituiscono la scelta per eccellenza del bypass delle alimentazioni nei circuiti che lo richiedono. Per quest’applicazione sono
    generalmente impiegati dispositivi con capacità comprese tra i 10 nF e i 100 nF, di tipo a disco o multistrato dal momento che non è richiesta particolare stabilità.
    I produttori di circuiti integrati raccomandano il loro utilizzo nelle immediate vicinanze del circuito integrato interessato al bypass.
    Un aspetto indesiderato dei condensatori ceramici è il loro modesto comportamento piezoelettrico. Infatti, se sollecitati fisicamente da urti o vibrazioni,
    sono capaci di produrre una piccola tensione di rumore.
    Fig. 7 – Segnale prodotto per effetto piezoelettrico da un condensatore ceramico multistrato da 1 µF percosso violentemente
    L’effetto è praticamente molto contenuto, e proporzionale alla capacità del condensatore stesso. Questo pone alcuni limiti nel loro utilizzo in
    circuiti che operano con segnali di basso livello in ambienti soggetti a forti vibrazioni, mentre non costituisce alcun problema pratico se usati per il bypass delle alimentazioni.
    Condensatori a film plastico

    Nei condensatori a film plastico, il dielettrico è costituito da un polimero sintetico. Le armature possono essere realizzate da due sottili lamine metalliche isolate da
    fogli di dielettrico, oppure metallizzando direttamente la superficie del dielettrico mediante opportuni processi chimico-fisici. In questo caso, un codice fornisce le
    informazioni a riguardo del tipo di dielettrico impiegato e della tipologia di armature.

    I dispositivi metallizzati forniscono generalmente maggiore stabilità termica rispetto agli equivalenti dispositivi a foglio, in quanto la struttura più compatta è meno
    soggetta a dilatazione termica. I condensatori a dielettrico plastico sono realizzati secondo varie geometrie, e sono disponibili sia in forma assiale che tangenziale,
    a seconda che i terminali siano rispettivamente sullo stesso asse, o paralleli.
    Molto diffusi sono i condensatori a film di poliestere contraddistinti dalla sigla MKT o KT (o MKS, usata dal produttore Wima). In questo caso, il dielettrico impiegato
    è il polietilene tereftalato, un polimero sintetico altresì conosciuto col nome commerciale di Mylar o PET.

    Questi dispositivi raggiungono valori di capacità di alcune decine di microfarad, tolleranze di circa il ±5% o inferiori e tensioni di lavoro fino a qualche chilovolt.
    Trovano vasta applicazione nei circuiti a bassa e media frequenza, come condensatori di accoppiamento e per la realizzazione di filtri e temporizzatori.
    Possiedono correnti di perdita contenute e buona stabilità termica (specie per i modelli a film metallizzato).
    I condensatori a film di polipropilene, contraddistinti dalle sigle MKP e KP, presentano correnti di perdita inferiori rispetto agli equivalenti dispositivi al poliestere,
    e sono pertanto largamente impiegati come condensatori di filtro per la tensione di rete ed in circuiti ad alta frequenza. Sono disponibili versioni a bassa tolleranza
    (±0,5%) per applicazioni di precisione, e offrono una buona stabilità termica. Inoltre, sono prodotti anche con geometria antinduttiva per ridurne la ESL.
    I condensatori a film di policarbonato presentano caratteristiche simili agli equivalenti al polipropilene, mentre i condensatori a film di polistirene (o polistirolo)
    forniscono ottime un ottimo isolamento (generalmente superiore al polipropilene ed al policarbonato) unitamente alla possibilità di ottenere ridotte tolleranze (anche del ±0,5%).
    Condensatori elettrolitici

    Nel caso dei condensatori elettrolitici, il dielettrico viene ottenuto ricoprendo un’armatura metallica (anodo) con uno strato di ossido dello spessore di pochi µm.
    L’altra armatura (catodo) è costituita da un elettrolita liquido o solido fortemente conduttore. Questi condensatori sono di tipo polarizzato, ed il dielettrico viene
    rigenerato continuamente durante il funzionamento del condensatore. Questo causa, però, una certa corrente di perdita.

    Molto diffusi sono i condensatori elettrolitici in alluminio, che possono raggiungere capacità molto elevate, ma con tolleranze considerevoli (tipicamente comprese tra il -20% e il +100%).
    Grazie agli elevati valori di capacità raggiungibili, questi condensatori trovano largo impiego negli alimentatori per il livellamento delle tensioni pulsanti.
    Tuttavia, a causa della loro costruzione, questi condensatori presentano ESR ed ESL significative che li rendono poco adatti alle applicazioni ad alta frequenza.
    Esistono modelli a bassa ESR che trovano applicazione negli alimentatori a commutazione (switching). Anche questi dispositivi sono prodotti in forma tangenziale o assiale.
    La versione con terminali snap-in permette l’inserimento a scatto sul circuito stampato, facilitando le operazioni di saldatura senza richiedere il taglio dei terminali.

    Generalmente, i condensatori elettrolitici in alluminio possono sopportare per brevi periodi tensioni inverse di circa -1 V. Se prolungata e di maggior entità,
    la polarizzazione inversa può causare il danneggiamento e l’esplosione del condensatore. A questo proposito, esistono condensatori elettrolitici elettrolitici non polarizzati,
    che possono essere realizzati collegando due condensatori polarizzati in antiserie.


    I condensatori elettrolitici al tantalio sono più piccoli dei rispettivi condensatori in alluminio, sono polarizzati e la loro forma più diffusa è quella a goccia.
    A differenza dei condensatori elettrolitici in alluminio, presentano una migliore risposta alle alte frequenze per via delle loro ESR ed ESL solitamente più contenute,
    ma risultano assai sensibili alle inversioni di polarità che portano spesso alla rottura del dielettrico con possibile esplosione o cortocircuito del condensatore.
    Anche transitori di tensioni elevate possono danneggiare rapidamente il condensatore.

    I condensatori elettrolitici al tantalio umido (wet tantalum), di forma tipicamente assiale, hanno avuto la maggior diffusione verso gli anni ’70.
    Progettati originariamente su specifiche militari (MIL-STD-39006), sono caratterizzati da migliori prestazioni rispetto ai comuni condensatori al tantalio,
    dovute in particolar modo alle loro perdite molto contenute e all’ottima risposta in frequenza. Per questi motivi, questi condensatori sono talvolta impiegati in
    applicazioni critiche come il livellamento delle tensioni pulsanti in alcuni alimentatori a commutazione.
    Inoltre possono tollerare piccole tensioni inverse (fino a circa -1,5 V) senza danneggiarsi. Alcuni tra i maggiori produttori (Vishay) producono tuttora
    alcune serie di questi dispositivi per applicazioni ad alte prestazioni.
    Altri dielettrici

    Nonostante siano disponibili solo per modesti valori di capacità, i condensatori a mica e a vetro multistrato sono in grado di fornire un’elevatissima stabilità termica,
    basse tolleranze (±0,5%) e grandi resistenze d’isolamento. Pertanto, questi condensatori trovano larga applicazione nei circuiti ad alta frequenza dove sia richiesta
    stabilità e precisione. I condensatori a vetro multistrato sono impiegati per applicazioni militari ad alta affidabilità dove sia richiesta insensibilità alle radiazioni nucleari.
    Quando l’elevata rigidità dielettrica e l’economicità sono preferiti alle altre caratteristiche si fa uso dei condensatori a carta in olio (paper in oil, PIO), dove il dielettrico
    è costituito da un nastro di carta impregnato in olio minerale o di ricino.
    Questi condensatori, diffusi in passato, hanno il vantaggio di risultare relativamente economici alla produzione e resistenti alle alte tensioni, aspetti che li rendono
    utili nel rifasamento dei motori. D’altro canto, presentano tipicamente ESR ed ESL considerevoli, unitamente ad una scarsa resistenza d’isolamento che può
    peggiorare nel tempo a causa della tendenza della carta ad assorbire umidità. Vengono generalmente prodotti con amplie tolleranze (±10%; ±20%) dal momento che,
    per costituzione, non sono in grado di garantire una buona stabilità termica.


    http://bsproj.it/caratteristiche-e-tipolog...i-condensatori/
  5. .
    Buongiorno, ho avuto il problema del blocco su P su una SL500 W230, cosa fare?

    Bisogna armarsi di pazienza e non maledire il progettista che ha ben pensato di non dotare la leva di uno sblocco manuale di emergenza, come solito troviamo su altre vetture, linguetta gialla o pulsante da premere con una penna etc.
    Bisogna innanzitutto liberare il cambio dalla leva da sotto la vettura dopo aver rimosso la copertura, per poterla caricare e portarla in officina, non ci sono altre vie.

    Smontata la leva e messa sul banco mi sono reso da subito conto che il solenoide fonzionasse correttamente a 12V (non a 5V) ed analizzando il leveraggio di sblocco mi accorsi subito che la leva su cui agisce il solenoide spingendola era fratturata. Ho risolto con una modifica conservativa che mi ha permesso di far risparmiare 900€. e la relativa ricodifica della nuova leva.

    Seguonoalcune immagini che descrivono il tipo di guasto e la relativa modifica.
  6. .
    Mac Pro Firmware Updates


    Firmware is software written into memory circuits, such as flash memory, that will hold the
    software code indefinitely, even when power is removed from the hardware. Firmware on Intel
    Mac computers is designed to be updated if necessary through a software update.
    EFI firmware updates update the Boot ROM, and SMC updates update the System Management
    Controller firmware. The SMC manages fans and other environmental parameters that are
    independent of the Boot ROM.
    Firmware symptoms can be easily mistaken for hardware issues (e.g., overheating issues, fan
    noise issues, etc.). Always check both EFI and SMC firmware versions and update if necessary
    before replacing any hardware components.
    The following lists describe the type of symptoms that may be resolved by updating the EFI
    and SMC firmware.

    Symptoms that may be resolved by updating EFI firmware:
    • Cannot eject media (various conditions)
    • No video on start up
    • Blue system failure screens in Windows XP/Vista
    • Not waking or sleeping when expected
    • Bad media taking too long to eject (including holding mouse button down at startup taking
    minutes to eject)
    Symptoms that may be resolved by updating SMC firmware:
    • Fan related behavior (excessive speed or noise)
    • Loud audible clicking from some fans
    • Thermal shut down or warnings
    • Diagnostics reporting failures
    • Sleep/wake issues
    • Intermittent shut down
    SMC causes bad/missing ambient sensor to cause the computer to go to sleep
    • Hangs, black screen on restart from Windows

    ;)
  7. .
    Situazione normalizzata.
  8. .
    Situazione tipica cambiando vassoio dei processori.


    La versione SMC del sistema e della scheda CPU rimane a 1.39f5 per MacPro 2009.
    Un Mac Pro 2010 utilizza la Ver. 1.39f11. Dopo aver aggiornato Mac Pro da 4,1 a 5,1, il firmware SMC rimane 1,39f5.
    La SMC si occupa principalmente di temperature e di velocità delle ventole.
    È importante che la versione SMC del vassoio della CPU e del sistema siano uguali.
    Quind non è possibile utilizzare una scheda CPU 5,1 in un sistema 4,1 o viceversa.
    Nel mentre sto cercando di trovare una soluzione soddisfacente uso una matita per bloccare le ventole. :D

    Grazie.

    Edited by mara2054 - 13/1/2018, 18:33
  9. .
    SMTP di ALICE da casa: smtp.tim.it
  10. .
    Come sapere chi visita il tuo profilo Facebook

    Per il lavoro che svolgo, sempre più gli amici che mi contattano chiedendomi come sapere chi visita il loro profilo Facebook.
    In giro per la Rete si trovano svariate soluzioni che promettono di raggiungere questo scopo, spiando le attività degli amici, ma quasi mai funzionano a dovere e talvolta vengono addirittura usate come cavalli di Troia per infettare il computer con dei virus o dei malware che finiscono per controllare voi. Ecco il motivo per il quale oggi voglio fare chiarezza su un argomento che dilaga sul web.

    Se hai installato un’applicazione per sapere chi visita il tuo profilo Facebook oppure stai cercando una soluzione per farlo, dovresti riuscire a trovare le risposte che cerchi… ma con tutta sincerità vi dico che attualmente non esiste alcun modo per scoprire chi visita un profilo Facebook.
    Dopo il proliferare di applicazioni che promettevano di spiare le attività degli amici e di scoprire l’identità dei visitatori dei profili, i gestori di Facebook hanno bandito questo tipo di soluzioni, hanno anche annunciato che “Facebook non fornisce applicazioni o gruppi che permettono agli utenti di visualizzare chi ha visitato i profili o le statistiche sulla frequenza con cui un determinato contenuto è stato visualizzato e da quale utente.

    Inoltre è vietato creare applicazioni per scoprire chi visita un profilo Facebook, tutte quelle che si trovano attualmente in giro sono false, non funzionano e spesso sono pericolose sotto il punto di vista della privacy perchè rubano i dati degli utenti che le installano per poi rivenderli al miglior offerente.
    Se ne sei caduto vittima anche tu, segui la guida e sbarazzatene immediatamente.

    Eliminare le applicazioni per sapere chi visita il tuo profilo Facebook

    Non sapendo del regolamento di Facebook, hai cercato come sapere chi visita il tuo profilo Facebook e hai installato una di queste applicazioni fake che si trovano adesso in giro? Non pensarci su due volte e rimuovila dal tuo profilo, ci vogliono pochissimi click.

    Il primo passo che devi compiere è collegarti alla pagina principale di Facebook, dopodiché devi cliccare sulla freccia che si trova in alto a destra (nella barra blu) e selezionare la voce Impostazioni dal menu che compare. Nella pagina che si apre, fai click sulla voce Applicazioni situata nella barra laterale di sinistra e seleziona l’opzione Mostra tutte per visualizzare l’elenco completo delle app presenti sul tuo profilo.

    Individua dunque il nome dell’applicazione per scoprire chi visita il tuo profilo di cui vuoi sbarazzarti, posiziona il cursore del mouse su di essa e clicca prima sulla crocetta che si trova sulla destra e poi sul pulsante Rimuovi per cancellarla dal tuo account. Ad operazione completata, per sicurezza, dai anche una controllatina al PC usando un buon antivirus e un buon software anti-malware.

    Preferisci agire da smartphone? Nessun problema. Per rimuovere le applicazioni sospette dal tuo profilo Facebook, avvia la app del social network, pigia sull’icona ad hamburger che si trova in alto a destra o in basso a destra (a seconda del tipo di telefono in tuo possesso) e seleziona la voce Impostazioni account dalla schermata che si apre. Successivamente, vai su Applicazioni, seleziona la voce Accesso effettuato con Facebook dal menu che compare e cancella le app indesiderate dal tuo account pigiando prima sul loro nome e poi sul bottone Rimuovi applicazione situato in fondo allo schermo.

    Purtroppo non è possibile sapere chi visita il tuo profilo Facebook in maniera precisa, ma sfruttando in maniera adeguata le funzioni standard del social network puoi vedere chi segue i tuoi contenuti pubblici.

    Per scoprire i nominativi dei tuoi follower, ossia le persone che hanno deciso di visualizzare i tuoi aggiornamenti pubblici (magari pur non essendo tuoi amici sul social network), collegati alla pagina del tuo profilo e clicca sulla voce xx persone collocata accanto alla dicitura Seguito/a da nella barra laterale di sinistra.

    Si aprirà una lista con tutti i tuoi amici di Facebook. Posiziona quindi il cursore del mouse sulla scheda Altro che si trova in alto a destra e seleziona la voce Persone che seguono gli aggiornamenti per sapere chi si è iscritto ai tuoi contenuti pubblici (foto, messaggi e video che condividi su Facebook con il livello di privacy “Tutti”).

    Se sei alle prime armi con Facebook e ti stai chiedendo chi può “vederti” quando ti colleghi alla chat di Facebook o all’applicazione Facebook Messenger per smartphone e tablet? La risposta è… tutti i tuoi amici che in quel momento si trovano connessi a Facebook o Messenger e hanno la chat attiva.

    Per visualizzare, a tua volta, la lista degli amici che sono connessi alla chat di Facebook, clicca sull’icona dell’ingranaggio che si trova in fondo alla barra laterale di destra e seleziona la voce Attiva chat dal menu che compare. Se stai utilizzando Facebook dallo smartphone, puoi compiere la stessa operazione pigiando sull’icona dell’omino collocata in alto a destra e pigiando sul pulsante Attiva presente nel menu che compare di lato (operazione necessaria solo se la chat non è attiva).

    I nominativi con un pallino verde accanto sono quelli degli amici attualmente connessi a Facebook, mentre quelli che hanno la dicitura xx m/xx h accanto al nome erano connessi al social network “xx” minuti/ore fa. I nominativi con l’icona del telefono accanto sono connessi a Facebook tramite smartphone.

    Se vuoi, puoi fare in modo che alcuni amici non sappiano quando sei online senza perdere l’opportunità di controllare il loro status in chat. Per farlo, clicca sull’icona dell’ingranaggio collocata in fondo alla barra laterale di destra e seleziona la voce Impostazioni avanzate dal menu che compare.

    Successivamente, metti il segno di spunta accanto alla voce Disattiva la chat per tutti gli amici tranne… oppure accanto alla voce Disattiva la chat solo per alcuni amici…, digita nei campi di testo sottostanti i nomi degli amici per i quali vuoi apparire online o offline e clicca sul pulsante Salva per salvare le impostazioni.

    Altri consigli utili

    In conclusione, per evitare che in futuro tu possa incappare in altre app truffaldine o altri problemi di sicurezza e privacy, ti consiglio di dare uno sguardo ai miei tutorial su come tutelarsi su Facebook e come tutelare la privacy su Facebook in cui puoi trovare tanti consigli utili su come vivere più tranquillamente la tua vita “social” online. Entrando più nel dettaglio, ti consiglio di cambiare la tua password (se non ne usi già una abbastanza complessa), attivare le notifiche di accesso sui dispositivi sconosciuti e abilitare l’autenticazione a due fattori, in modo da associare la tua password a un codice di sicurezza da generare ogni qualvolta effettuerai l’accesso a Facebook da un nuovo device. Inoltre, torna nella lista delle applicazioni autorizzate sul tuo profilo e cancella tutte le app che non utilizzi più o che, comunque, non ti sembrano molto affidabili sotto il punto di vista della privacy.

    Nessuno ti da nulla per niente, ricordalo quando navighi.
  11. .
    STATICIZZAZIONE DELL’IP

    La staticizzazione dell'IP risulta utile ai Clienti con linee internet fisse sulle quali non è previsto un servizio di IP pubblico “statico” e che hanno comunque la necessità di raggiungere da internet, in ogni momento, il proprio modem o i dispositivi della propria rete locale LAN (Local Area Network).

    Clienti che desiderano, ad esempio, accedere da remoto ad una videocamera IP, ad un termostato wireless, ai file ed ai contenuti presenti in un NAS (Network Attached Storage) o un server FTP domestico


    A chi serve?

    Ai clienti con linee internet fisse sulle quali non è previsto un servizio di IP pubblico “statico” che
    hanno comunque la necessità di raggiungere da internet, in ogni momento, il proprio modem o i
    dispositivi della propria rete locale LAN (Local Area Network).
    Questa tecnica risulta particolarmente interessante ed utile per i clienti che desiderano, ad
    esempio, accedere da remoto ad una videocamera IP, ad un termostato wireless, ai file ed ai
    contenuti presenti in un NAS (Network Attached Storage) o un server FTP domestico.

    Come funziona?

    La “staticizzazione” dell’indirizzo IP pubblico è una tecnica che si basa sulla funzionalità di Dynamic
    DNS (DDNS). Questa funzionalità permette di associare all’indirizzo IP pubblico “dinamico” del
    modem, che cambia nel tempo, un nome “statico” scelto dall’utente (es: mionome.dyndns.org),
    che invece resta sempre lo stesso.
    Ad ogni variazione dell’IP pubblico, il modem comunica il nuovo IP, assegnatogli dalla rete
    dell’operatore telefonico, ad un server di Dynamic DNS presente su internet (il server dell’ISP che
    offre il servizio sottoscritto), il quale si preoccupa di garantire sempre l’associazione corretta tra IP
    pubblico e nome statico.
    Quando il cliente vuole raggiungere il modem o un dispositivo “server” della propria LAN, deve
    utilizzare il nome “mionome.dyndns.org”.

    Un paio di esempi:

    http://mionome.dyndns.org per raggiungere l’interfaccia web di gestione del modem
    ftp://mionome.dyndns.org per raggiungere un server FTP della LAN
    Questa tecnica funziona anche nel caso di IP pubblico statico: il vantaggio in questo caso è limitato
    al fatto che il cliente può usare un nome mnemonico invece di un indirizzo IP, meno semplice da ricordare.
    Come accennato, prima di essere configurato nel modem il cliente deve sottoscrivere un servizio
    Dynamic DNS, eventualmente a pagamento, con un provider ISP (Internet Service Provider).

    Qui sotto se ne riportano alcuni esempi:

    www.dyndns.com
    www.zoneedit.com
    www.no-ip.com
    www.dtdns.com
    www.freedns.afraid.org


    Quali modem supportano il DDNS?
    Tutti i modem attuali in commercio, alcuni mettono a disposizione il No IP, come vedremo.
    A differenza degli altri, però, per tutti i modelli FRITZ!Box:
    - il fornitore AVM rende disponibile gratuitamente il proprio servizio di Dynamic DNS “MyFRITZ!”
    - il servizio è sottoscrivibile ed attivabile direttamente dall’interfaccia web del modem, tramite
    un semplice wizard che guida l’utente passo passo;
    - i modem AVM FRITZ!Box si auto-configurano al termine della procedura di attivazione del
    servizio MyFRITZ!
    - proprio perché automatico, il cliente non può scegliere il nome mnemonico (es:
    mionome.myfritz.net) ma è il server MyFRITZ! che fornisce autonomamente un nome, del tipo
    “pycgb0zro6b3zbek.myfritz.net”.
    Come configurare il modem?
    Per i modem FRITZ!Box di AVM:
    - accedere all’interfaccia di gestione (http://192.168.178.1)
    - andare nella sezione Internet >> Account MyFRITZ!
    - lanciare il wizard di configurazione e seguire le istruzioni a video
    Con l’AVM si può anche utilizzare un servizio DDNS di terze parti, in tal caso:
    - accedere all’interfaccia di gestione (http://192.168.178.1)
    - andare nella sezione Internet >> Abilitazioni >> Dynamic DNS
    Per tutti gli altri modem:
    - accedere all’interfaccia di gestione (http://192.168.1.1)
    - seguire le istruzioni presenti nella guida del proprio modem
    Tutte le guide sono pubblicate sul sito Infostrada >> Internet e Fisso >> Assistenza >> Assistenza
    Tecnica >> Modem e Wi-Fi >> Guida ai modem (www.infostrada.it/it/at/guida-aimodem/
    index.phtml).

    Come raggiungere i dispositivi interni alla rete locale LAN?

    Finora abbiamo spiegato come poter raggiungere sempre e comunque il proprio modem, anche in
    presenza di un indirizzo IP pubblico dinamico.
    Una volta raggiunto il modem, il gioco è fatto: è possibile raggiungere anche i dispositivi o i server
    interni alla rete locale LAN.
    Come risulta ovvio, però, poiché i dispositivi locali collegati al modem possono essere molteplici, si
    deve configurare il modem affinché il traffico diretto verso uno di essi venga correttamente
    indirizzato proprio e solo a tale dispositivo locale.
    Per fare un parallelismo, una utile e semplice analogia può essere rappresentata dal caso in cui si
    voglia recapitare un pacco ad una persona: non è sufficiente indicare la città, la via ed il numero
    civico dove essa abita (nel nostro caso rappresentati dall’indirizzo IP pubblico del modem o dal
    nome DDNS indicato in precedenza) ma è necessario indicare il numero dell’interno
    dell’abitazione. Questa ulteriore informazione consente al postino di sapere a quale “porta” del
    palazzo bussare per trovare il destinatario (nel nostro caso il server o dispositivo interno alla rete
    locale LAN).
    Tornando al caso in questione, per specificare a quale dispositivo locale è indirizzato un
    determinato traffico internet, si usa il concetto di “porte”: aggiungendo all’IP pubblico (se statico)
    o al nome DDNS l’indicazione della “porta”, il modem saprà a quale dispositivo locale è destinato
    quello specifico traffico internet caratterizzato da quella specifica “porta”.
    Usando e configurando opportunamente diverse porte, si possono raggiungere diversi dispositivi
    locali. Inoltre, ad ogni dispositivo locale possono essere associate più porte, ciascuna delle quali
    identificherà uno speciale “servizio” messo a disposizione dal dispositivo stesso (in tal senso si
    parla di “server” di rete).
    Questo meccanismo è noto con diversi nomi: NAT (Network Address Translation), PAT (Port
    Address Traslation), Port Forwarding, Apertura Porte, Virtual Server, ….
    Riprendendo gli esempi fatti in precedenza:
    http://mionome.dyndns.org per raggiungere l’interfaccia web di gestione del modem (il
    traffico è diretto al modem; si sta utilizzando implicitamente la porta standard “80” del
    protocollo “http” su cui si basa l’interfaccia di gestione del modem)
    ftp://mionome.dyndns.org per raggiungere un server FTP locale (il traffico è diretto ad un
    server FTP interno alla LAN; si sta utilizzando implicitamente la porta standard “21” del
    protocollo “ftp”)
    ftp://mionome.dyndns.org:211 per raggiungere un secondo server FTP locale (il traffico è
    diretto ad un secondo server FTP interno alla LAN; si sta utilizzando esplicitamente la porta
    “211” per differenziare il traffico diretto a questo secondo FTP dal traffico diretto al primo
    FTP, identificato invece dalla porta standard “21”)
    http://mionome.dyndns.org:801 per raggiungere l’interfaccia di gestione di un dispositivo
    locale (il traffico è diretto ad un dispositivo interno alla LAN; si sta utilizzando
    esplicitamente la porta “801” per differenziare il traffico diretto all’interfaccia di gestione
    del dispositivo locale da quello diretto al modem, identificato invece dalla porta standard
    “80”)
    Da questi esempi è quindi evidente come una corretta configurazione delle regole di NAT (o Port
    Forwarding) nel modem consenta di raggiungere da internet ogni dispositivo della rete locale LAN.
    Da notare però che rendere raggiungibile da internet un dispositivo locale rende il dispositivo
    stesso vulnerabile ad attacchi informatici: per questo dispositivo e per la particolare “porta” che si
    è scelta per identificarlo, il firewall integrato nei modem non ha effetto e lascia passare il traffico.
    È quindi sempre bene impostare delle password di protezione “robuste” per i vari “servizi” del
    dispositivo interno. Ad esempio una password di accesso all’interfaccia web o una password di
    accesso al server FTP.

    Come abilitare / aprire le “porte” nei modem?

    Per i modem FRITZ!Box di AVM:
    - accedere all’interfaccia di gestione (http://192.168.178.1)
    - andare nella sezione Internet >> Abilitazioni >> Abilitazioni porte
    Per tutti gli altri modem:
    - accedere all’interfaccia di gestione (http://192.168.1.1)
    - seguire le istruzioni presenti nella guida del proprio modem
    Tutte le guide sono pubblicate sul sito Infostrada >> Internet e Fisso >> Assistenza >> Assistenza
    Tecnica >> Modem e Wi-Fi >> Guida ai modem (www.infostrada.it/it/at/guida-aimodem/
    index.phtml).
    Come abilitare l’accesso da internet al modem o ad un dispositivo locale?
    Si ricorda che per poter raggiungere da internet l’interfaccia di gestione del modem o l’interfaccia
    di gestione di un dispositivo locale è necessario che il modem o il dispositivo abbiano abilitata la
    funzionalità di Accesso Remoto (Remote Management).
    In caso contrario, il traffico proveniente da internet raggiungerà correttamente il modem o il
    dispositivo locale (se si sono correttamente configurati il DDNS ed eventualmente il NAT) ma
    questo non risponderà: l’accesso non è abilitato ed il modem o il dispositivo non risponde.
    Per i modem FRITZ!Box di AVM:
    - accedere all’interfaccia di gestione (http://192.168.178.1)
    - andare nella sezione Sistema >> Utenti FRITZ!Box
    - Selezionare l’utente al quale si vuole abilitare l’accesso da internet all’interfaccia di gestione del
    modem >> entrare in modifica >> spuntare il flag “Accesso a partire da internet”
    Per tutti gli altri modem:
    - accedere all’interfaccia di gestione (http://192.168.1.1)
    - seguire le istruzioni presenti nella guida del proprio modem
    Tutte le guide sono pubblicate sul sito Infostrada >> Internet e Fisso >> Assistenza >> Assistenza
    Tecnica >> Modem e Wi-Fi >> Guida ai modem (www.infostrada.it/it/at/guida-aimodem/
    index.phtml).
    Per abilitare l’accesso da remoto ad un dispositivo locale (videocamera IP, termostato wireless, …),
    si rimanda al relativo manuale del fornitore.

    Buona navigazione.

    mm. ;)
  12. .
    Esiste il forum ufficiale delle box, rivolgiti a quella comunity, io non uso più Box da molti anni.

    Grazie.
  13. .
    Trasformare un alimentatore ATX di un PC in alimentatore multiuso


    Come poter creare un alimentatore multiuso riutilizzando un alimentatore ATX recuperato da un vecchio PC desktop, oppure acquistandolo a 14€ circa QUI

    L’utilità del recupero di un alimentatore da computer per farne un alimentatore multiuso è prevedibile come segue:

    Fornisce contemporaneamente tensioni in corrente continua pari a 3 volt, 5 volt e 12 volt
    Fornisce anche tensioni in corrente continua negative pari a -3 volt, -5 volt, – 12 volt
    Le applicazioni di utilizzo possono essere le più disparate: dalla realizzazione di un alimentatore da tavolo per chi vuole allestire un piccolo laboratorio elettronico, all’alimentazione di amplificatori audio, altri dispositivi elettrici come barre di LED o per alimentare un circuito di telecamere.

    Collegando l’alimentatore alla presa di corrente questo non si accenderà e la ventola al suo interno non partirà. Questo accade perché il connettore principale dell’alimentatore, quello che va collegato alla scheda madre, ha un filo dedicato al controllo della presenza di connessione alla scheda e che quindi abilita o inibisce l’accensione dell’alimentatore a seconda che questo sia connesso o meno alla scheda madre.

    I connettori di tipo ATX possono essere a 20 pin o 24 pin, ed in antrambe le versioni ogni singolo pin è numerato progressivamente come si vede nella figura che segue:

    La prima operazione da fare per poter far accendere l’alimentatore, è quella di “ingannare” il circuito di controllo dell’alimentatore. Per farlo basterà collegare il filo VERDE del connettore (pin16 del connettore 24 pin – pin 14 del connettore 20 pin) al filo NERO di massa che è al suo fianco. Guardando il connettore frontalmente, come nell’immagine sottostante, il VERDE è il 4° da sinistra ed il NERO è il 5° (o il 3°). L’immagine che segue dovrebbe essere più semplice da capire rispetto allo schema precedente che rappresentava la vista dal lato dei pin. In ogni caso, il filo VERDE è unico e non dovrebbe essere difficile individuarlo.


    ATTENZIOANE: L’apertura di un dispositivo elettrico e/o elettronico è un’operazione che va effettuata da personale qualificato e consapevole dei rischi a cui ci si espone. L’accesso a dispositivi elettrici e/o elettronici vi espone a tensioni di voltaggio letale all’essere umano. IO non MI assumO nessuna responsabilità riguardante danni a persone e/o cose derivanti dall’esecuzione delle istruzioni sotto riportate, ogni vostra azione sarà sotto la vostra totale responsabilità. Articolo creato a scopo divulgativo - didattico.
  14. .
    CITAZIONE (Rosario1 @ 17/11/2016, 09:22) 
    Buongiorno, ho un grosso problema non riesco ha bloccare i messaggi in entrata con operatore Tim, seguendo le vostre istruzioni sul displey leggo chiamata incompleta, può aiutarmi grazie

    Buongiorno.
    Provi a mettere la sim su un telefono diverso, queste informazioni o settaggi sono conservati dall'operatore e non sono sul telefono.
    Poi rimetta la scheda nel suo e provi se ha funzionato.
    saluti.

    Mariano.
  15. .
    Installare WhatsApp su Mac e PC

    Molte persone mi hanno chiesto come usare Whatsapp sul proprio notebook o PC da ufficio,
    questo è lo scopo di questa semplice guida che permette di usare questo utilissimo mezzo di comunicazione.
    La cosa bella è che puoi telefonare e simultaneamente inviare e ricevere messaggi W/app.



    scarica dal sito ufficiale

    In costruzione.

    ;)

    Edited by mara2054 - 25/9/2016, 15:13
403 replies since 7/10/2006
.